I would prefer not to ‒ 2023

installation
riss(e), Varese

Proliferano immagini; il visibile e, dunque, l'esistente, ingombrano tutto lo spazio del possibile.
Se produrre può essere inteso anche come “portare alla visibilità”, allora, per sottrarsi alla produzione, occorrerà rifugiarsi nella negatività della privazione visiva e, affinché l'agire non degeneri in lavoro, bisognerà indugiare, rinunciare al movimento, scoprire l'intensità in ciò che è privo di stimoli.
Un atto di silenzio visivo, una liturgia del vuoto in cui esprimere nient'altro che la potenza di non esprimersi.
Ogni giorno più o meno la stessa cosa: quasi nulla.

Images proliferate; the visible and, therefore, the existent, wholly occupies the space of the possible.
If producing can also be meant as "leading to visibility", then, for escaping production, it will be necessary to take refuge in the negativity of visual deprivation and, in order for action not to degenerate into work, it will be necessary to linger, to renounce to move, to discover intensity in what is devoid of stimuli.
An act of visual silence, a liturgy of emptiness in which to express nothing but the power of non-expression.
Every day more or less the same: almost nothing.