Niyo-dan ibe falewan? ‒ 2023
site-specific installation
In the framework of L'arsenale di Napoli
Palazzo Fondi, Napoli
Esiste un modo per chiedere un favore in bambara che, letteralmente, si traduce: “se ti pianto, tu germogli?” Ciò sembra creare una sorta di corto circuito nell’economia della relazione, un continuo rimpallo tra gli attori presenti in campo. Tale idea di reciprocità viene applicata a due monitor che, posti in una sala circolare l’uno difronte all’altro, idealmente, pronunciano la frase “Niyo-dan ibe falewan?” Questo chiedersi vicendevolmente un favore si traduce in un dialogo cromatico che prende forma su di una superficie bianca. Le tonalità delle luci per la coltivazione indoor evocano la profusione organica delle possibilità, tuttavia, gli schermi, rimandandosi la stessa domanda, creano una situazione di stallo. Si illumina quell’in-betwenness da cui si attende possa germogliare qualcosa: tutto ciò che non è visibile è consegnato alla sfera dell’immaginabile.
There is a way for asking a favour in Bambara language that literally translates as “if I plant you, will you sprout?” This seems to upset the dynamics of the request, that is usually unidirectional, while here it is mutual. This idea of reciprocity metaphorically takes shape on two screens that, facing each other in a round room, ideally pronounce the sentence “Niyo-dan ibe falewan?”, creating a chromatic dialogue that appears on a white surface. The colours of grow lights evokes the organic profusion of possibilities, yet, asking each other the same question, screens are in a sort of stalemate. Something may sprout in this in-betweenness: what is not visible belongs to the sphere of imaginable.